lunedì 20 febbraio 2012

Caro pediatra, lo svezzamento vegetariano è ok?


In periodo di svezzamento, tante domande e tanti dubbi sull'alimentazione da proporre a Pippi. E ovviamente, tante letture. 
Il saggio papà suggerisce di chiedere al pediatra: che il nostro ci è abbastanza simpatico, è un tranquillone, seda le ansie delle mamme con rimedi omeopatici, è poco interventista e bravo a rapportarsi col tipo di paziente che ha davanti, lavorando assai bene sull'effetto placebo contenuto nella rassicurazione! Quando gli abbiamo parlato dell'autosvezzamento ci ha fatto pat pat e i complimenti, dicendo che siamo bravi. Quando gli ho parlato del portare, mi ha detto di lasciarmi i suoi bigliettini. Quando gli ho chiesto se le mani sempre in bocca di Pippi segnalavano un dentino in uscita, ha ricordato la fase orale citando Brazelton ;) Insomma, fidiamoci. 
Voglio condividere qui nel blog la lettera che gli ho scritto, a beneficio di altri genitori che si stanno facendo le nostre stesse domande, o che se le faranno tra breve. Ovviamente farà seguito l'eventuale risposta del dottore!


Gentile dottor Placebo,

le scrivo per chiederle dei chiarimenti e un suo parere sull'alimentazione complementare e la sua introduzione per mia figlia, sua paziente, Pippi P., di 6 mesi e mezzo. Come sa, noi avevamo optato per un percorso di cosiddetto autosvezzamento, offrendo a Pippi il cibo della nostra tavola. Il percorso direi che è iniziato molto bene, abbiamo assecondato l'interesse della bimba al cibo, lei già mangia quasi tutta la porzione del pranzo e anche una merenda a base di frutta. L'allattamento (sempre a richiesta) continua in parallelo più o meno invariato, tranne che per la poppata del pomeriggio, il cui intervallo rispetto al pranzo è aumentato da 3 a 4 ore circa. Ho anche notato un'aumentata richiesta serale del seno, non so se per appetito o per bisogno di contatto, fatto sta che le ultime due poppate sono molto ravvicinate e a volte quasi ininterrotte, nel senso che magari smette di succhiare verso le 19, fa un sonnellino e dopo poco dal risveglio vuole succhiare di nuovo, per poi riaddormentarsi definitivamente intorno alle 22 - 22,30 (e dormire fino al mattino).

I miei dubbi riguardano il tipo di alimentazione da offrirle. In base alle indicazioni dell'AIRC e della piramide alimentare (http://www.airc.it/prevenzione-del-tumore/piramide-alimentare.asp), ho pensato che il suo svezzamento sarebbe stato anche un'ottima occasione per realizzare un miglioramento della nostra alimentazione: più cereali integrali oltre alla verdura e frutta che già consumiamo, e ridurre il consumo di carne a 1-2 volte alla settimana. A partire da questo proposito ho intrapreso qualche lettura sull'alimentazione vegetariana... e da lì sono sorti i dubbi che le propongo.

Il pediatra Luciano Proietti, nel suo libro Figli vegetariani sostiene quanto segue:

"Alla luce delle attuali conoscenze scientifiche non solo è possibile, ma è da incoraggiare la scelta di un’alimentazione vegetariana nel bambino.
Queste considerazioni sono il frutto di una lunga ricerca svolta dall’autore con l’ausilio del Centro di auxologia della Clinica pediatrica dell’Università di Torino e di una raccolta di dati sui bambini vegetariani italiani, in collaborazione con l’Associazione Vegetariana Italiana (AVI), la SSNV, Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana e i Centri di Nascita Naturale. Ne è risultata una banca dati con più di 2mila bambini cresciuti con una dieta lacto-ovo-vegetariana (la maggior parte) e lacto-vegetariana o vegana, in modo esclusivo almeno fino ai 3 anni e in molti casi mantenuta anche successivamente.
Un’alimentazione povera di proteine animali infatti, non solo è compatibile con le indicazioni dei LARN (Livelli di Assunzione Raccomandata dei Nutrienti), ma nei primi due, tre anni di vita dovrebbe essere l’alimentazione raccomandata essendo la più fisiologica e quindi la più salutare.
Negli anni successivi la dieta vegetariana e vegana può diventare anche uno spunto per invitare il bambino a riflettere e comprendere l’importanza del rispetto di se stessi, degli altri animali e dell’ambiente. Ecco perché la scelta vegetariana è un investimento in «salute» di proporzioni enormi per la società futura.
(http://www.meglioinsalute.com/Alimentazione/Lo-svezzamento-del-bambino.html#Alimentazione-vegetariana-nella-prima-infanzia)

Proietti imputa la paura di carenza di ferro che ha spinto all'introduzione della carne già nei primi mesi di vita del bambino proprio alla sostituzione del latte materno con il latte vaccino, più povero di ferro. Sostiene quindi che non è vero che il latte materno diventi insufficiente a partire dal sesto mese. Afferma inoltre che a riprova che per i bambini la dieta vegetariana è la più naturale, è la comparsa dei denti canini solo dopo l'anno e mezzo:

Il bambino è fisiologicamente, biologicamente vegetariano nei primi 2-3 anni di vita: l’unico cibo di derivazione animale fisiologico, è il latte della sua mamma o, in caso di assenza del latte materno, un latte adattato.
I canini, che indicano la potenziale capacità di masticare la carne, appaiono dopo i 18 mesi.
Allora perché si dà la carne (si consiglia vivamente, anche terrorizzando i genitori e in alcuni casi, minacciandoli di sanzioni) ai bambini a partire dal 5°-6° mese di vita? Per prevenire una possibile carenza di ferro. L’anemia da carenza di ferro si verificava spesso quando, negli anni Cinquanta il latte materno veniva sostituito con il latte vaccino fin del 3°- 4° mese di vita, per cui diventava necessario introdurre un cibo ricco di ferro biodisponibile, come la carne: era indispensabile però renderla digeribile e assimilabile, omogeneizzandola o liofilizzandola. Quando successivamente, negli anni Novanta si è riconosciuta l’importanza di non somministrare latte vaccino prima dei 12 mesi di vita, sostituendolo, in carenza di latte materno, con tipi di latte adattati, con quantità di ferro adeguati, non si è però modificata l’abitudine di consigliare la carne fin dal 5°-6° mese, anche se non c’era più il rischio della carenza di ferro.
Tratto dal corso con crediti ECM "Alimentazione vegetariana: aspetti generali" organizzato da SSNV, Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana tenutosi il 26,27 febbraio 2009 a Milano.

(http://www.meglioinsalute.com/Alimentazione/Lo-svezzamento-del-bambino.html)

Anche il Metodo Kousmine suggerisce di evitare di dare carne e pesce prima che spuntino i denti canini perché l’organismo non è pronto:

No alla carne fino alla dentizione (o quasi): fino ad oltre l’anno di età (comparsa dei canini): sono i denti della carne, perché dovremmo costringere l'organismo ad assumerla quando non è ancora attrezzato a farlo?
• Non è necessaria
• Sovraccarica apparato digerente e reni
• Produce sostanze cancerogenosimili: indoli, fenoli, scatoli, ecc.
• Acidifica
• Può dare origine alle nitrosammine in presenza di nitriti e nitrati
Eccezione: gravi ritardi della dentizione, per cui se non sono ancora comparsi i canini poco dopo l'anno, conviene cominciare ugualmente con la carne.

(http://www.kousmine.eu/page6/page23/page23.html)


Infine, l'oncologo Veronesi raccomanda a sua volta un'alimentazione vegetariana fin dalla prima infanzia:

"I bambini vegetariani, oltre a essere più sani, non sono affatto penalizzati rispetto ai loro coetanei onnivori", garantisce Veronesi, sulla base delle ricerche condotte sul tema. "Alcuni studi hanno osservato che i bambini vegani, che mangiano solo cibi vegetali, all'età di 10 anni sono circa 2,5 centimetri più bassi e da 2 a 4 chili più leggeri anni rispetto ai bambini onnivori - precisa - ma raggiungono questi ultimi al compimento del ventesimo anno. D'altra parte, la crescita sempre più veloce dei bambini onnivori non è salutare", avverte l'oncologo.
(http://it.notizie.yahoo.com/salute-veronesi-vegetariani-si-puo-e-si-deve-160700923.html)

Secondo queste teorie perciò:
- la dieta vegetariana è migliore e raccomandabile, o addirittura fisiologica
- il latte materno da solo potrebbe bastare fino a 3 anni senza temere carenze nutritive (lo sostiene Proietti).

Rivolgendomi alle fonti ufficiali, trovo conferme e smentite... Il Sito del Ministero della Salute scrive:

La motivazione di carattere nutrizionale più importante per svezzare un bambino è quella di fornirgli una fonte alimentare aggiuntiva di ferro rispetto al latte materno, il cui contenuto non basta più dopo i 6 mesi. Il latte materno da solo potrebbe non fornire abbastanza energia e nutrienti, con conseguente rallentamento della crescita e denutrizione. 8.3.2. Il latte materno da solo potrebbe non soddisfare le crescenti esigenze di alcuni micronutrienti, soprattutto ferro e zinco. (...) È invece assolutamente valida e attuale la raccomandazione di non esagerare, nella fase dello svezzamento, con l’offerta di cibi salati e ad alto contenuto proteico. Gli errori più comuni nella prima alimentazione sono dovuti infatti all’eccesso di formaggio, formaggini e carne, che appesantiscono il metabolismo del bambino e possono anche orientare le sue preferenze future verso un’alimentazione meno sana, perché iperproteica (con troppe proteine) e ipersodica (con troppo sale).
(Sito Web del Ministero della Salute - http://www.salute.gov.it/speciali/pdSpeciali.jsp?id=63&idhome=62&titolo=&sub=2&lang=it#tre Dott.Riccardo Davanzo Irccs - Ospedale Burlo Garofalo, Trieste)

Quindi:
- sarebbe falso che il latte materno basta anche dopo il sesto mese
- sarebbe vero che le proteine vanno ridotte (non solo quelle animali).


Le Linee Guida Europee sull'allattamento e svezzamento, sempre pubblicate sul sito del Ministero della Salute, dicono invece:

Le diete vegetariane escludono in varia misura prodotti animali; le diete vegan li escludono del tutto. La preoccupazione maggiore per queste diete riguarda il piccolo ma importante rischio di carenze nutrizionali. Queste includono le carenze di ferro, zinco, riboflavina, vitamina B12, vitamina D e calcio (specialmente per le diete vegan), oltre all’inadeguato apporto calorico. Queste carenze sono più probabili in individui con bisogni aumentati, come i lattanti, i bambini e le donne in gravidanza e durante l’allattamento. Sebbene l’inclusione di prodotti animali non garantisca automaticamente l’adeguatezza di una dieta, è più facile riuscire ad avere una dieta bilanciata con prodotti animali che senza. Una dieta vegetariana con uova, latte e derivati fornisce proteine di alta qualità ed è una buona fonte di vitamine del gruppo B e di calcio. Problemi possono insorgere con le diete vegan. Un bambino di 6–24 mesi con dieta vegan deve ricevere una grande varietà di proteine vegetali. Ogni pasto deve comprendere due fonti complementari di proteine, come legumi e grano, o riso e lenticchie. Una dieta vegan o macrobiotica molto rigorosa, specialmente se combinata con un consumo rigido di soli cibi naturali e biologici, può avere gravi effetti secondari e dev’essere scoraggiata durante il periodo di alimentazione complementare. Comporta un alto rischio di carenze nutrizionali e sono stati descritti casi di malnutrizione proteico–energetica, rachitismo, ritardo di crescita e ritardo dello sviluppo psicomotorio in lattanti e bambini.1
(http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1618_allegato.pdf)
 


Questo testo quindi dice che, in fase di svezzamento:
- una dieta vegetariana non è sconsigliata, ma nemmeno raccomandata come la migliore possibile
- una dieta vegana è sconsigliata
- in una dieta vegana bisognerebbe sempre consumare due fonti complementari di proteine a pasto, come cereali e legumi.

Le sarei grata se mi desse il suo parere sui vari punti che ho elencato sopra.
Inoltre: se effettivamente proponessi meno carne, o niente carne a mia figlia, con una dieta lacto-ovo-vegetariana, quante proteine dovrei darle per soddisfare il suo fabbisogno, senza però proporle un regime iper-proteico? Dovrei effettivamente darle cereali + proteine a ogni pasto, o questa indicazione varrebbe solo per la dieta vegana?

E ancora: devo allattare sempre mia figlia prima di proporle il cibo complementare?
Cosa faccio se lei mostrasse di voler sostituire tutti i pasti col cibo al posto del latte materno prima di aver compiuto un anno: la assecondo, o rallento il suo proposito?

La ringrazio se vorrà rispondermi a queste domande
Cordiali saluti
Lutlia

4 commenti:

  1. Meraviglioso. Sono ESATTAMENTE nella stessa pippa anche io: da un lato: tre porzioni di carne e tre porzioni di pesce, che significa proteine animali (quasi) tutti i giorni, dall'altro il "non esagerate con le proteine". Che si fa?
    Ma tu hai avuto risposta?
    Alessandra (colega consulente)

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  2. Sì sì Alessandra, il pediatra mi ha risposto! Lui è un tipo un po' sornione, quando vede che i genitori hanno una certa idea tende ad assecondarli e a prendere poco posizione. In questo caso mi ha detto che crede nel detto di sua nonna: mangia poco, mangia spesso, mangia tutto! E che crede che uno svezzamento vegetariano senza carenze sia molto difficile. Io alla fine mi sono orientata su quel che dice il ministero, poca carne e poche proteine in genere. È sempre un balletto d'ingegno, certo con le tabelle sarebbe più semplice, ma mi danno fastidio, non sopporto l'idea del cibo come di qualcosa da somministrare per dosi, come una medicina. E poi mia figlia ala fine decide lei, se qualcosa non le piace non la mangia,molto semplice :)

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  3. Quello che sto notando e' la meravigliosita' dell'autoregolazione, che e' ancora piu' complessa di "quello che le piace". Una cosa che apprezza moltissimo un giorno, il giorno dopo viene snobbato. Poi improvvisamente apprezza cose schifate in altri momenti. Comunque alla fine i miei dubbi sono stati fugati dal post sulle proteine di andrea sul blog di autosvezzamento. I fabbisogni proteici di un bambino sono molto piu' bassi di quelli che si immaginano. Non conto, ma ho avuto la conferma che il criterio che piu' o meno seguivo era corretto.
    Alessandra

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  4. Ciao, ti volevo ringraziare per quello che hai scritto proprio adesso su un altro sito. Purtroppo non potevo farlo io per vari motivi.
    Ma non hai una mail di riferimento sulla tua pagina a cui si può scrivere?

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